Sandra Faith Erhabor è scrittrice e mediatrice culturale. Nel suo lavoro crea un ponte interculturale tra nigeriani e italiani. Lei sostiene i servizi di assistenza sociale nei comuni italiani e partecipa anche a progetti di sensibilizzazione in settori accademici e servizi pubblici e privati.
di Juliana da Penha/Traduzione Daniela Ghio
“Scrivo ogni giorno. Quando sono sola, scrivo. Quando sono felice, scrivo. Posso essere in una piazza guardare le persone che camminano e scrivo. Posso essere seduta da sola e scrivo. È il mio modo di esprimermi, di esprimere opinioni e consigli alle persone.“
La letteratura è un modo in cui molte donne migranti hanno scoperto come esprimersi. Questi scritti sono una parte importante delle registrazioni delle esperienze delle donne con migrazione.
Sandra Faith Erhabor di Benin City, in Nigeria, appartiene all’etnia Edo, è madre di 7 figli ed è venuta in Italia nel 1993. Il suo sogno era lavorare come insegnante, una professione che acquisisce nel suo paese d’origine, in tenera età.
“Quando sono arrivata in Italia, non era come mi avevano detto. Ho chiamato casa e ho detto: non permettete a nessuno dei nostri parenti di venire! “Sandra ha scoperto che il lavoro che avrebbe dovuto fare era la prostituta. Ha rifiutato e con l’aiuto di una suora, lei e altre donne che si sono rifiutate di entrare nel canale della prostituzione hanno creato un gruppo per combattere la tratta delle donne.
Dopo di che, ha iniziato a lavorare per cambiare la vita delle persone e questo è quello che ha sempre sognato di fare. Ha lavorato per le strade aiutando le prostitute che venivano sfruttate ad uscire da questa situazione.Sandra è famosa a Verona sia per il suo lavoro come mediatrice culturale sia per i suoi scritti.
Il suo libro “I will never stop writing”, lanciato nel 2017, è una raccolta di poesie in cui scrive di se stessa, dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti. Lei è una delle poetesse di “Poesie dal Mondo”, un gruppo di donne di diversi paesi che hanno trovato nella poesia un modo per esprimersi.
Sandra fa anche parte del progetto “Laboratori Saperi Situati,” un gruppo interdisciplinare formato da alcuni ricercatori dell’Università di Verona e alcuni professionisti del settore pubblico e privato che lavorano per creare coesione sociale, discutendo temi come la maternità e l’educazione in contesti transculturali, usando l’arte e la spiritualità e creando pratiche di conoscenza e coesistenza (https://www.laboratoriosaperisituati.com)
Come vicepresidente dell’Associazione “Nigerian Women Association”, è anche coinvolta in diversi progetti a sostegno delle comunità di migranti, in particolare donne e famiglie nigeriane a Verona. Puoi facilmente trovare Sandra alla Casa di Ramia, un centro interculturale per donne, noto a Verona per il lavoro con le donne migranti. Partecipa e sviluppa diversi progetti lì, come il progetto di “empowerment” delle donne migranti, fornendo lezioni di cucito in modo che le donne possano apprendere nuove competenze e superare la disoccupazione.
“Quando sono arrivata in Italia, non era quello che mi era stato detto. Ho chiamato casa e ho detto: non permettere a nessuno dei miei parenti di venire! “

Intervista a Sandra Faith Erhabor
Quali sono i tuoi ricordi di famiglia?
Sandra: Vengo da una famiglia molto numerosa mio padre è sposato con 5 donne. Sono la figlia della seconda moglie. Mia madre aveva 3 figli e mio padre aveva molti figli. Mio padre era un educatore, è morto con 100 anni nel 2004. Nella nostra casa mio padre ci ha sempre detto di non creare problemi tra di noi e di non combatterci. Abbiamo sempre giocato insieme, ma se ci siamo offesi con qualcuno, ci ha sempre chiesto di scriverlo per non litigare. Quindi, la domenica, avevamo un incontro di famiglia in cui tutte le storie che avevamo scritto venivano lette ad alta voce. Tutte le storie che ho scritto sono state apprezzate da lui perché ero la sua bambina preferita. Quindi, ogni domenica leggevo tutte le storie su ciò che la gente mi aveva fatto, anche dalle mogli di mio padre. E’ così che ho sviluppato la mia capacità di scrivere.
Questa è stata la parte più singolare di mio padre: io e i miei fratelli e sorelle eravamo di madri diverse, ma lui ci teneva uniti.
“Nella nostra casa mio padre ci ha sempre detto di non creare problemi tra noi e di non combatterci. Abbiamo sempre giocato insieme, ma se ci siamo offesi con qualcuno, ci ha sempre chiesto di scriverlo per non litigare. Quindi, la domenica abbiamo avuto un incontro di famiglia, in cui tutte le storie che abbiamo scritto sono state lette”.
E che ricordi hai di Benin City?
Sandra: Sono nata e cresciuta a Benin City. La adoro. Adoro l’ambiente e anche le persone sono adorabili. Siamo fratelli custodi. Quando tua madre non è presente, un’altra madre si prenderà cura di te. Ci relazioniamo con i nostri vicini, siamo una grande famiglia. Ecco perché quando incontri i nigeriani, ci chiamiamo fratelli e sorelle. Potremmo non essere sorelle o fratelli di sangue, ma poiché veniamo per lo stesso gruppo etnico, lo stesso paese e la stessa strada, ci definiamo fratelli e sorelle. Ecco come è Benin City. Edo è un regno nella città-stato del Benin. Siamo persone Edo, dal regno di Edo, è un regno molto grande e antico, con buone storie dei nostri Obas (re), uomini, donne, sono tutte persone amorevoli.La cosa migliore e che amo in Benin è il mio re, Oba Ewuare II. Lo amo perché è molto istruito ed è l’unico Oba che è stato in grado di combattere la prostituzione dal marzo 2018, un sogno che ho fatto dal 1993. Ora Ewuare II era formalmente un ambasciatore in Italia. Viveva a Roma, quindi sapeva tutto ciò che stava accadendo in Italia e in tutta Europa, riguardo alle donne nigeriane. Tutti chiamano sempre prostitute nigeriane, prostitute Edo. Edo diviene un riferimento quando si parla di prostituzione nigeriana. Immediatamente quando Ewuare diventa re, nel giro di un anno si attiva per combattere la prostituzione. Questo è perché lo amo così tanto.

“La cosa migliore che amo in Benin è il mio re, Oba Ewuare II. Lo amo perché è molto istruito ed è l’unico Oba che è stato in grado di combattere la prostituzione, dal marzo 2018, un sogno che ho fatto dal 1993. “
Quali sono state le motivazioni per te per venire in Italia?
Sandra: Quando ero in Nigeria, ho perso uno dei miei figli, mio figlio di 3 anni. Era come se la mia vita fosse chiusa. Non si è mai ammalato, si sveglia al mattino, si raffredda, ci precipitiamo in ospedale ed è morto. Quando mia zia, che era qui in Italia, mi ha chiamato, ho detto che volevo cambiare ambiente. E lei mi ha detto: “se vieni qui, sarai in grado di fare il tuo lavoro di insegnante o baby-sitter. L’idea di queste opportunità mi ha spinto a partire.Quando sono arrivata in Italia, la mia aspirazione era quella di diventare un insegnante qui. Ma la mancanza di documentazione era una barriera. Le persone che ci portano qui non ci hanno dato un documento. Non sapevo che per arrivare qui avrei avuto bisogno di un permesso di soggiorno e senza questo documento non c’è niente che tu possa fare. Quel periodo è stato il più oscuro finché non arrivai a Verona e iniziai a vendere merce per strada, oppure di casa in casa. Mentre facevo questo di giorno, frequentavo diversi corsi la sera.
Volevo cambiare la mia vita per sempre. Volevo trasmettere la storia della mia vita alle persone, per dire alla gente cosa sta realmente accadendo qui. Senza studiare non c’è modo che tu possa farlo. Quando ho ottenuto il permesso di soggiorno, sono stata in grado di studiare e lavorare. Senza documenti, non puoi fare nessuna cosa qui. I documenti sono molto importanti. In Nigeria, la maggior parte della gente non l’ha mai saputo, perché lì i documenti non sono così importanti come qui. Nel momento in cui arrivi qui senza documenti, i tuoi sogni si spengono perché non c’è nulla che tu possa fare senza documenti. Senza documenti hai paura della polizia, è come vivere in una prigione fuori dalla prigione. Non consiglierei a nessuno di venire qui senza documenti.
Quindi ho fatto questo sogno di andare a scuola qui in Italia. Ho concluso i corsi di “Operatore socio sanitario ” e di “Operatore di strada”. Il mio sogno è cambiare la vita delle persone. Oggi lavoro come mediatrice culturale.
“Lavorando con i servizi sociali qui ho capito le differenze tra la nostra cultura e la cultura italiana”.

Potresti spiegare qual è il ruolo di mediatore culturale e come sei diventata mediatrice?
Sandra: Ho iniziato a studiare la lingua italiana perché sapevo che se avessi voluto cambiare la mia vita in Italia, avrei avuto bisogno di imparare la lingua. Ho iniziato a seguire diversi corsi per migliorare le mie abilità linguistiche e imparare altre cose.
L’ultimo corso che ho seguito è stato “Operatore di strada”, lavoro nel quale sono impegnata tutt’oggi. Sono diventata mediatrice. La necessità di diventare mediatrice è per cambiare la vita delle altre donne che stanno per arrivare qui e cadere nella tratta della prostituzione è una cosa molto rischiosa e per questo ho deciso di fare la mediatrice. Come mediatrice, sono in grado di parlare con le persone per cambiare la loro vita. Ho anche iniziato a lavorare con i servizi sociali, le scuole e i servizi pubblici a Verona.Un mediatore culturale è una persona che si trova tra due culture, la cultura italiana e la cultura della sua origine. Nel mio lavoro, voglio far conoscere agli italiani la cultura nigeriana e vorrei far conoscere alla mia gente, ai miei compagni nigeriani come è vivere qui in Italia e la cultura italiana. Come mediatori culturali, aiutiamo a tradurre, siamo anche mediatori linguistici.
All’inizio del mio lavoro, ho visto ragazze per le strade a fare le prostitute. In questo lavoro faccio riflettere le ragazze su ciò che stanno facendo, chiedo loro se pensano che sia buono se pensano di voler cambiare la propria vita. Il problema che ho identificato è quello che se qualcuna vuole lasciare il lavoro di strada, non c’è nessun supporto per lei. Ho ospitate alcune ragazze in casa mia e alcune in casa di amici per aiutarle con i loro figli ma non avevo la possibilità di fare di più.
Qual è la parte più difficile del
lavoro come mediatrice culturale?
Sandra: La parte più difficile di questo lavoro sono i miei compagni nigeriani. Da quando ho iniziato a lavorare come mediatrice, ho perso molti amici perché mi hanno classificata come informatore della polizia, mi guardano negativamente. Ora non ho amici, non vado a casa delle persone, non vado in chiesa, perché la mia presenza li fa sempre paura e non so perché.
Ma quando vedo una donna che prima soffriva di problemi di salute mentale e ora sta lavorando, sta facendo bene, mi chiama mamma, mi fa dimenticare gli amici perduti.
Quali sono le cose più importanti che hai imparato lavorando come mediatrice culturale in Italia?
Sandra: Lavorando con i servizi sociali qui in Italia ho capito le molte differenze tra la cultura italiana e quella nigeriana. Ad esempio, in Italia ci sono leggi sui diritti delle donne, in Nigeria, ci sono anche diritti, ma ci sono cose che tuo marito può fare e che nella nostra cultura sottovalutiamo.
Un’altra cosa che succede qui in Italia, con le comunità di migranti, e che vorrei cambiare, è la separazione dei bambini dalle loro mamme e scrivo perciò alcune storie al riguardo. Molte coppie, quando hanno un problema, vanno dai servizi sociali, a volte la donna fa una denuncia contro l’uomo. Queste donne sono portate in una casa protetta e ricevono un pò dei soldi. Ma dopo un pò la donna è accusato di non essere in grado di prendersi cura dei propri bambini e la separano dai propri figli. Invece di unire la famiglia per stare insieme, causano separazione. Questo è una problema che non succede nel mio paese. Non ci sono problemi di coppia che non si possono risolvere.
Prima vedi una famiglia felice, con un piccolo problema e dopo la famiglia viene distrutta con i bambini in affidamento, con famiglie che non sono più le loro. Questa è stata la cosa più brutta che ho visto qui.

Parlami del tuo libro “I will
never stop writing”. Di cosa parla il libro?
Sandra: Ho scritto un libro di poesie. Tutte le mie storie sono collegate ai cambiamenti della vita. Faccio parte del gruppo di poesie “Poesia dal mondo”. Prima di appartenere a questo gruppo scrivevo sempre su Facebook, quando hanno visto quello che pubblicavo mi hanno invitato a far parte del gruppo. Questo gruppo, e le altre donne che vengono da Casa di Ramia, mi hanno aiutato a realizzare il mio sogno. Ho chiamato questo libro “I will never stop writing”. Non smetterò mai di scrivere fino a quando tutto non sarà cambiato in meglio. Ho il sogno di cambiare la mentalità delle persone, ho il sogno di cambiare una prostituta e farla diventare una persona normale, ho il sogno di cambiare una persona delinquente e farla diventare una persona onesta.
Da dove viene la tua ispirazione per
scrivere?
Sandra: In primo luogo, la mia ispirazione per scrivere viene da Dio. Dio è il nostro essere supremo che apre sempre i nostri occhi per vedere cose che gli altri potrebbero non vedere.
Inoltre, è la mia famiglia e mio padre che hanno iniziato a stimolarmi nella scrittura in giovane età. Anche il gruppo di donne a cui appartengo e il lavoro che faccio, mi aiuta ad acquisire questa capacità. E poi posso trasmettere le mie conoscenze agli altri. Ho pubblicato questo libro e anche molte storie. Scrivo ogni giorno. Quando sono sola, scrivo. Quando sono felice, scrivo. Posso essere in piazza a guardare la gente che cammina e scrivo. Posso essere seduta da sola e inizio a scrivere. È il mio modo di esprimermi, di esprimere opinioni e consigli alle persone.
“Prima di parlare della situazione politica in Italia, devo parlare della situazione politica nel mio paese. Prima di giudicare gli altri, giudica te stesso. Se vuoi cambiare gli altri, cambia te stesso.”
In una delle tue poesie “Each time” parli della vita dei migranti in Europa. Inizi a dire “Ogni volta che sono seduta da sola nella mia stanza, con i miei pensieri sulla sofferenza e lo stress in Europa mi faccio sempre tante domande una su tutte se vale la pena morire in Europa”.
In Italia, in particolare, le cose stanno diventando davvero difficili per i migranti. Cosa ne pensi della situazione politica in Italia, in particolare legata alla migrazione?
Sandra: Prima di parlare della situazione politica in Italia, devo parlare della situazione politica nel mio paese. Prima di giudicare gli altri, giudica te stesso. Se vuoi cambiare gli altri, cambia te stesso. La situazione politica in Nigeria è zero, nel senso che quando un bambino cresce, le opportunità di frequentare la scuola e di andare all’università non ci sono. Non possiamo creare posti di lavoro perché non abbiamo nemmeno l’elettricità. Il sistema elettrico è zero.
Molti nigeriani pensano di venire in Europa. Ma per venire in Europa hanno bisogno di un visto e le possibilità di ottenerne uno sono pressoché zero perché costano molto e non possono permetterselo. Anche i pochissimi che riescono ad averlo, vanno in posti come Londra per studiare. Le persone ora sono disperate. Immagina che i genitori stiano prendendo in prestito denaro per consentire ai loro bambini ad andare a scuola, sperando che i bambini crescendo possano aiutare i genitori. Alla fine, i genitori continuano ad aiutare i figli anche dopo l’Università, perché loro non riescono ad ottenere un lavoro. Cosa possono pensare di fare questi ragazzi o ragazze? Cambiare la loro vita , viaggiare e vedere se riescono a trovare un lavoro. Il modo più semplice per loro di viaggiare è verso il mare, ma abbiamo perso milioni di nostri fratelli e sorelle nel mare!!! I pochi che riescono ad arrivare in Europa, si rendono conto che hanno bisogno dei documenti prima di tutto, quindi non possono trovare lavoro. Arriva la disperazione. Molti di loro finiscono negli ospedali di salute mentale.
Il problema con i politici qui è che si rifiutano di conoscere i motivi dietro questi viaggi. Se riescono a sedersi e comprendere i motivi alla base di questie partenze, allora saranno in grado di risolvere il problema, a partire dall’Africa. Va bene, stanno usando i soldi per assistere molti di noi qui, ma questi soldi possono creare buoni posti di lavoro in Africa , aiutare a sviluppare l’elettricità che manca, possono aiutare a costruire scuole e creare posti di lavoro per far rimanere le persone nei loro paesi. Conoscendo il motivo dietro questi viaggi possono andare alla radice dei problemi. I politici possono risolvere questo problema creando qualcosa in Africa, per sviluppare i sistemi lì, così la gente non si sposterà. Hanno detto che le persone che stanno arrivando sono un problema per loro. Ma le stesse persone sono vittime di situazioni e condizioni che nessuno vuole vedere e risolvere. Le leggi odierne, continuamente modificate, rendono quasi impossibile ottenere i documenti e, di conseguenza, non è possibile ottenere un lavoro. Ecco perché ci stiamo organizzando all’interno delle nostre comunità per creare posti di lavoro. Ad esempio, stiamo lavorando a un progetto in cui le donne possono imparare a cucire e vendere i loro manufatti.
“Hanno detto che le persone che stanno arrivando sono un problema per loro. Ma le persone che stanno arrivando sono vittime di situazioni e condizioni che nessuno vuole vedere e risolvere”.
Come ti senti oggi, 25 anni dopo essere arrivata in Italia?
Sandra: Fantastica. Guardando ogni anno ciò che ho fatto negli anni passati, do a Dio la gloria di darmi quella forza.
Qual è il tuo sogno?
Sandra: Prima di tutto, una Nigeria migliore, dove tutto vada meglio, dove i cittadini siano a casa. Il mio secondo sogno è vedere l’Europa che ci aiuta a vivere meglio nei paesi europei in cui viviamo trattandoci come uno di loro, come esseri umani, come fratelli e sorelle che soffrono e hanno bisogno di aiuto.
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Un bella storia con realita vero.